REAL TIME REAL SOUND - QUELLO CHE ASCOLTO MINUTO PER MINUTO-

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mercoledì 18 giugno 2008

oggi sento il rumore del mare

Oggi il cielo è così pesante che è crollato sull'acqua.
Oggi, dalla mia sedia, guardo spesso verso la finestra che è alla mia destra. Di solito vedo la punta Carena dell'isola di Capri sul versante ovest dell'isola, ed ascolto i rumori del cantiere e le voci forti degli operai.
Oggi è una giornata astratta.
Oggi c'è una coltre pesante di foschia, il mare si gonfia a ritmo regolare in onde grosse ma lente che schiumano poco sotto il costone di tufo.
Oggi non sento il rumore di martelli seghe elettriche c'è silenzio nelle attività di cantiere, sento un rumore strano che non ho mai avvertito prima, come di carta appollottolata.
Oggi sento il rumore del mare.

mercoledì 28 maggio 2008

don’t kill this thing we got called love



























Domenica la mia prima giornata al mare e la mia schiena è in fiamme.
Domenica il mare vicino casa tra l'acropoli di Cuma e le peschiere di Villa Vazia
Domenica a guardare le vite degli altri sdraiati accanto perchè sembrano più felici di me
Domenica la mia prima giornata al mare e la mia schiena è in fiamme.

lunedì 10 marzo 2008

FOR SAFETY REASON

Il corpo di un individuo, ma anche quello di una intera comunità, per essere protetto da ciò che lo minaccia può essere "vaccinato".


Il vaccino è una immissione preventiva di un male.

Il paradosso è che per sfuggire alla morte, la vita è costretta ad incorporarla.


Dalle nostre parti basta mangiare frutta e verdura, bere acqua o latte, vivere in una zona piuttosto che un'altra, per incorporare preventivamente un poco di morte. Una mela al fango di Marghera, una fragola all'amianto, una insalata alla cenere di alluminio, una mozzarella alla diossina.

Gli sforzi per tenerla fuori possono essere inconcludenti.



ne sanno qualcosa le pecore di Acerra



mercoledì 20 febbraio 2008

safe in these arms

Diciassettesimo piano, le veneziane abbassate, due lati di una scrivania inesorabilmente paralleli.

Ognuno sta dal suo lato. Guardo il confine contenuto tra il polsino della sua camicia ed il cinturino dell'orologio, seguo la direzione dei peli che da quel punto continuano, diradandosi, verso il dorso della mano. Le nocche delle dita si appoggiano alla guancia rasata reggendo la cornetta del telefono, dissocio il suono delle parole dai movimenti delle labbra e mi risveglio al suono di una risata. La sua mano è forte, lo ricordo ancora, ha una stretta dolorosa anche quando gioca. In passato sono stato spettatore silente di tante telefonate. Oggi sto seduto alla sua scrivania e non se ne preoccupa, pochi giorni fa ho parlato con sua moglie e non se ne preoccupa.

[...]
Here in these arms Our history began
[...]
Era un sera primaverile, nella sua macchina, mi teneva abbracciato cingendomi da dietro dalle spalle fino al torace, per la prima volta la sua mano si infilo tra la pelle della cintura e la pelle della mia pancia
[...]
Before there was you There was thirst in my heart
[...]
Quando accarezzai le sue gambe, partendo dal polpaccio, ero cosciente che erano le sue e non quelle di chiunque altro
[...]
Safe in these arms,That's where I want to be Safe from the harm, in these arms That's where I want to be
[...]
...Chissà se conosce questa canzone...
Siamo su due lati paralleli della scrivania, lati che non prevedono punti di tangenza, obbligati dalle leggi della geometria a non potersi incontrare.

mercoledì 6 febbraio 2008

to build a home


Stamattina risuonavano la mia voce ed i miei rumori. Sono il suo unico abitante, ma da quando poche ore fa sono uscito, borsa a tracolla, la casa è rimasta sola a godersi il mattino. Il sole si è levato sopra gli edifici vicino e ora filtra attraverso le finestre, dipingendo le pareti interne di un giallo cremoso. Al ritmo di un valzer silenzioso, i granelli di polvere danzano nei raggi di luce.



Nelle stanze, proveniente da qualche isolato di distanza, si percepisce il mormorio del traffico in accellerazione.


Di tanto in tanto, con un fruscio, la buca delle lettere si apre e lascia entrare un malinconico volantino.


La casa da segno di apprezzare questo vuoto.


Si stiracchia dopo la notte, si schiarisce le tubature e fa schioccare le articolazioni. Questa creatura, dignitosa e matura, dalle vene di ferro e dai piedi di cemento che affondano nel terreno, ne ha passate tante: palloni lanciati contro il muro, porte sbattute con furia, tentativi di fare la verticale nel soggiorno, il peso e i sospiri degli elettrodomestici e i buchi aperti nelle sue viscere da impiantisti inesperti. Ha dato riparo alla nostra famiglia di cinque persone, un tempo. Ora ospita una colonia di formiche, a volte covate di uccelli nella gronda, ed un unico abitante umano, me! Presta anche la spalla ad un mandarino che si appoggia su un pilastro abbandonandosi al corteggiamento peripatetico di uno sciame di api.





Col tempo la casa si è trasformata in una testimone bene informata. Ha partecipato a seduzioni, litigi, gioie, ci ha visto bambini fare i compiti, è stata sorpresa da conversazioni sussurrate in cucina o al telefono. Ha conosciuto sere invernali in cui le finestre erano fredde come buste di piselli surgelati e crepuscoli di mezza estate in cui i mattoni trattenevano il calore come pane appena sfornato. La mia casa è rifugio fisico, ha vegliato sull'identità dei suoi propietari. Quando torno da un viaggio e, mi guardo intorno mi ricorda chi sono. Malgrado questa casa non sia stata in grado di offrire soluzioni a ciò che ha afflitto i suoi abitanti, le sue stanze testimoniano felicità.

mercoledì 16 gennaio 2008

martedì 4 dicembre 2007

venerdì 23 novembre 2007

demolition

MY HOUSE IS FALLING DOWN

I muri una volta erano puliti ora sono di varie tonalità di grigio.

Le fondamenta sanguinano

I pavimenti sono tutti al collasso.

Ora le strade sono buie e vuote. Il problema è nelle nostre mani.

sabato 27 ottobre 2007

vertigo


Non ho mai amato l'altezza, mi tremano le gambe, mi da un senso di nausea ed ovviamente di vertigine. Oggi lavoro qui, seduto, tra me ed il vuoto ci sono pochi centimetri di un pannello di vetro e qualche altra fragile sostanza. Esorcizzo e mi sporgo dal tavolo: da un lato e dall'altro









Non ho voglia di parlare con nessuno, come spesso mi capita da qualche mese a questa parte, per questo ho portato il mio pc portatile sul quale scrivo questo testo... sono in attesa e nel frattempo faccio finta di avere qualcosa da fare, questo mi illude ed argina un po la presenza degli altri.




Guardo lontano nel vuoto da tutti i lati scene di vita uguali: gente stipata sotto vetro in atmosfere artificiali, mi chiedo se qualcuno sta guardando me in questo momento cosa vede? cosa pensa?




Precipito nel sonno, nella fuga delle girandole dei miei pensieri e della mia immaginazione. Guardo di nuovo in basso, da quassù sembra che tutti camminano a testa bassa.
Piove!
immagino di sentire l'odore dell'aria e della terra quando piove .... vorrei essere fuori anche io

Poi una voce alle mie spalle mi riporta in vita, con i piedi per terra al 22° piano ad oltre 70 mt dal suolo reale:

"ma che ci fai qui? non sei con gli altri.... sono tutti in sala riunioni il corso è iniziato da almeno 10 min"

[Il corso certo sono venuto qui apposta per questo]

"arrivo"

_CLICK_

lunedì 22 ottobre 2007

lo sciamano dell'acqua V°


Una superficie celeste e cristallina un segnale a cielo aperto ad indicare che lassù si trova l’acqua.



Dopo l'ultima salita lo sciamano ci accoglie di spalle, la schiena è trafitta dagli strumenti della sua arte, il suo corpo è avvolto in una nuvola di acqua che gli ruota intorno e viene spinta precipitando su di noi che lo guardiamo dal basso.






Dalla montagna escono dei suoni, la forma della musica si autogenera e si rinnova nel tempo, ogni giorno, in modo diverso; la musica si muove nello spazio e si trasforma in relazione allo scorrere del tempo (come un organismo vivente) e l'acqua danza intorno allo sciamano, l'acqua devia la luce ed anch'essa comincia a ruotare intorno al corpo dello sciamano suddividendosi in frequenze colorate







L'incantesimo è potente lo sciamano trova conserva e pietrifica l'acqua cristallina per l'eternità




qualcuno ha tranciato e ferito la montagna lo sciamano la cicatrizza con un manto blu cobalto.... la montagna per questo canta con dei suoni che si generano da soli e dei quali non capiamo la provenienza, parte come un sibilo poi ci ricorda i canti delle balene o i suoni di archi celesti .... cambia continuamente. Una vena aperta continua a scorrere e disseta i pellegrini...



puahh!!.... ma che schifo! sa di cloro ed è calda come piscio

"Solopaca ovvero la trasformazione dell’ingresso di un serbatoio idrico in opera d’arte di Mimmo Paladino; con i suoni ("sorgenti nascoste") elementari che si autogenerano e cambiano continuamente diffondendosi nello spazio senza un punto di provenienza; con le luci in sincrono con il movimento lento della luna, si hanno diversi momenti di illuminazione: uno di contrazione (sistole) ovvero luce di sottofondo, e uno di distensione (diastole) ovvero luce più intensa, la regolazione luminosa è in stretta relazione alle quattro fasi lunari; con l'architettura costruita scevra di decorazioni, minimalista, industriale, impostata da rapporti spaziali e direttrici impercettibili, in una grande esplosione di riflessi emessi dalla graniglia di vetro, a volte dai blocchi vitrei o dall’acqua stessa."