REAL TIME REAL SOUND - QUELLO CHE ASCOLTO MINUTO PER MINUTO-

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venerdì 27 aprile 2007

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Per diminuire il giro vita premere qui

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martedì 24 aprile 2007

memorie di


Ogni volta che qualcuno si allontana da me, provo una immediata nostalgia. A. sarà lontano per quasi tutta la settimana e questo mi da una sensazione spiacevole. Ogni allontanamento per me ha il sapore dell’abbandono anche con P. ricordo che era la stessa cosa. Ogni volta che qualcuno va via mi appare indispenasabile, lascia un vuoto nella mia esistenza. Forse solo ora comincio a capire che l’assenza dell’altro restringe l’attenzione su di me, e questo per me potrebbe essere un problema. Allora evoco l’assenza dell’altro.
Era una sera di dicembre quando conobbi A. me lo piazzo davanti la mia mammina adottiva. All’epoca costiutivamo il club dei cuori infranti, eravamo in tre, primo nucleo di amicizie acerbe: io, la mammina e seb. Quella sera mammina introdusse un nuovo arrivo. Aveva uno strano accento, settentrionale, appariva a disagio e afflitto da sindrome del brutto anatroccolo. Mi senti subito affine a questa persona. Era misterioso parlava bene e diceva timidamente cose sensate. Una rarità in quel contesto. La mia mammina (ubriaca) e seb., astemio, erano al solito in pista. Io mi senti in dovere di essere ospitale nei confronti di questo nuovo arrivato, dargli attenzioni, e farlo sentire più felice di essere in quel momento lì e con noi. Poi ricordo che l’accompagnai a casa, anche se era dalla parte opposta della città. Ci scambiammo in numeri di telefono, non ricordo ne come ne perché. Ci risentimmo andai a casa sua , capii quello che desiderava che io facessi e lo feci. Mi ritrovai in una nuova storia senza averlo completamente deciso. Ero in balia del solito G. dovevo dimenticarlo, avevo perso altre persone per colpa sua , mi sembrava un delitto non provare con A. Sono trascorsi cinque anni …. quasi…
A. vive qui a quasi 1000 chilometri dalla sua città natale.
Forse è rimasto qui per me, ma non ne sono certo. Ha sperimentato la vita del vicolo, con l’entusiasmo di chi vede il pittoresco di questa città, e sorride, divertito, per il David di Michelangelo, sull’uscio di un basso nel quartiere della Veterinaria, sorride per le radio a tutto volume, per le famiglie che girano in quattro sui motorini e per tutto il repertorio che questa città riesce a tirare fuori se vivi in certi quartieri. Mi chiamava, dal Vico dei Venti, per farmi ascoltare e tradurre il turpiloquio del vicolo, dove, mamme affettuose auspicavano l’intervento della madonna per ridurre i figli in un mucchietto di cenere. Poi tutto questo stanca. Si cambia casa e si va in collina. Altro mondo, questa città è divisa in caste, qui impari a distinguere i “paria” non vederli e non toccarli. Giri l’angolo di chiaja e ti cambia la visione del mondo, cambiano i rapporti tra altezza e larghezza delle persone, le scie dei profumi sono da almeno 100 euro a flacone, forse come in tutte le città del terzomondo, credo. Poi anche questo stanca. perché la gente in via manzoni è come ad Oslo. Quindi si torna in centro, forse rimpiangendo la corte di Udine. Come faccia a sopravvivere in questo posto, non l’ho ancora capito. Ricordo una volta nei pressi delle campane di un isola ecologica tutto era disseminato alla rinfusa fuori dai contenitori, lui, diligentemente, buttava ogni cosa nel contenitore giusto, apparentemente idifferente al fatto di incespicare con i piedi in un mare di rifiuti, percepii tanta rabbia in lui, intuii il suo desiderio gli dissi: "ok vuoi che raccogliamo tutto?" Gli si illuminarono gli occhi ma poi disse: "vabbe andiamo via subito da qui".
Ogni tanto andiamo in posti meravigliosi come Ravello o Positano, mi dice: "è mai possibile che voi da queste parti non riuscite ad avere una via di mezzo tra questo e quell’altro? "
A. ha molta rabbia dentro.
Se deve staccare una cosa del muro, e questa cosa fa resistenza ,sradica tutto
A. ha un modo preciso per fare ogni cosa.
Mentre mi osservava stirare una camicia, ha resistito 30 secondi prima di alzarsi di slancio e, con l’impeto della migliore “Bree Van de Camp”, mi mostra come si fa! …. Qual’è l’unico e migliore modo possibile per stirare una camicia. Succede quindi che io, alla fine, non riesco ad usare il ferro da stiro se c’è A..
A. prepara dei piatti perfetti ( Bree Vam de Camp docet).
Non so se mette amore in quello che fa, ma sicuramente, tutto deve essere fatto nel miglior modo possibile. Succede quindi che non riesco più a cucinare se c’è A. e se devo preparare una cena sorpresa, organizzata per il suo compleanno con gli amici , aspetto che arrivi lui e cucini.

A non mi chiede mai niente.
Che cosa desidera A. non riesco a capirlo o meglio lo intuisco ma lui fa di tutto per non farmi capire i suoi bisogni.

A. è un tipo 1.

lunedì 23 aprile 2007

cut it out

Un paio di forbici ... please... eppure le avevo viste qui e la in giro da qualche parte.... chissa che fine hanno fatto .... datemele belle affilate... please .... please....please

mercoledì 18 aprile 2007

amputazioni



A volte sono necessarie. Ogni mattina quando mi sveglio tiro su la serranda ed esco fuori in pigiama, sniffo, avidamente, il loro profumo. Un profumo che libera la mente e fa sorridere. Anche la sera quando torno a casa trovo in camera traccia del loro profumo.

Languivano. Assaltati da ogni forma di parassita, cercavo di pulire le loro foglie ed i rami con un panno umido, ho usato anche veleni, ma ogni volta una disfatta.

Erano diventati scheletrici, spogli.

Ogni tanto armato di tronchesino uscivo per dargli na bella potata, ma da dove si comincia?

Li guardavo giravo intorno, pensavo vabbè devo cercare di dargli una forma più armoniosa, cosi fanno schifo... ma niente non sapevo decidere. Ho consultato forum in internet su come potare i limoni! Mi sembrava facile... uscivo fuori altro giro in tondo.... niente continuavo a non riuscirci. Finchè una domenica mattina A. viene a casa e con risolutezza fa tutto da solo. Temo le armi da taglio più delle scoppettate. Temo le operazioni non reversibili, quelle che non danno chance al dubbio. Questa operazione ha dato nuova vita ai miei limoni, certo non sono tanto belli, ma hanno tante foglie nuove e tanti fiori. Ora torno ad assicurarmi che abbiano il terreno umido non crescano erbacce e ripulire le poche foglie ai primi attacchi di insetti.

Tagliare, recidere... vorrei tanto saperlo fare Tao!

luce dei miei occhi


E' una frase che mi piace, o, semplicemente la musica che sto ascoltando, adesso, sdraiato sul tappeto. E' una frase che qualcuno mi ha detto da bambino e che mi ha riempito di gioia, o, semplicemente è la musica che sto ascoltando, adesso, sdraiato sul tappeto, con la pancia sotto. E' una frase che mi piace, che è anche titolo di un film che piacque solo a me, o, semplicemente è la musica che sto ascoltando, adesso, sdraiato sul tappeto, con la pancia sotto e le gambe piegate ed intrecciate all'indietro. E' una frase che mi piace, perchè mi ricorda le emozioni che sento quando incontro alcune persone con un'aura solida, tangibile, che vedo come un anello intorno alla loro testa all'altezza degli occhi, o, semplicemente la musica che sto ascoltando, adesso, sdraiato sul tappeto con la pancia sotto e le gambe piegate ed intrecciate all'indietro, col peso del corpo scaricato all'altezza dello stomaco, mentre digito, creando un forcina con le braccia, che mi da stabilità. E' una frase che mi piace, che vorrei che qualcuno mi rivolgesse ancora oggi o che io vorrei rivolgere a qualcuno, o semplicemente è la musica che sto ascoltando adesso.
Ora mi giro, guardo il soffitto. Mi piace questa prospettiva insolita, penso alle due telefonate che ho ricevuto oggi. Una inaspettata che non vuol dire niente se non una attenuazione dei suoi veti autoimposti. Un'altra consueta, sicuramente non inaspettata, ma portatitrice di una novità, che mi ha richiamato all'ordine. A. mi ha manifestato un grande senso di disagio, che io distratto, non ho voluto cogliere fin'ora. Non mi ha chiamato in causa direttamente, ma mi sento responsabile. Mi ha parlato di se del suo senso di insoddisfazione, pur avendo raggiunto ogni obiettivo nel campo del lavoro.Mi ha descritto la routine, che conosco, delle sue giornate e dice che è stufo, non è questo che voleva. Non fa più quello che gli piace fare, da quando vive qui, non ha più impegni civili e sociali, non è più circondato da persone ed amici come quando viveva nella sua terra. Sento che è molto depresso. Partecipo alla discussione, ma c'è un pensiero fisso, mentre parlo con lui che mi gira per la testa,.... anche ora. Mi sento responsabile, chiamato in causa anche se non l'ha detto.

lunedì 16 aprile 2007

saturday night life


Contrattazioni snervanti ... ma poi ci siamo riusciti....
In fila all'una di notte, sotto una pioggerellina fastidiosa, tra giganteschi serbatoi di idrocarburi ed antenne televisive, fuori da un palazzetto di vetro, nel mezzo di quella che era l'area industriale est. Le zone industriali sono brutte, ma quanto puo esserlo una zona industriale in disuso a Napoli?....
Molto!
Ho insistito molto per venire qui stasera ma, intorno a me, vedo solo musi lunghi. Due si sono dileguati per strada... altri due ci sono ma sono in piena crisi mistica, sono reduci da una messa, ed hanno raccontato che gli ultimi fine settimana li hanno passati in un convento in abruzzo. A. andrebbe a dormire, e qui solo perche mi ama tanto, S., con cui si è spezzato il morboso legame che ci univa, è già dentro.
Voglio entrare è stordirmi.
Gregge, ghetto, folla, gnomi (non capisco perchè le nuove generazioni si sono "arrognate", pochi omogenizzati forse?), troppe persone con fondotinta e lenti a contatto azzurrine, tutto mi da fastidio. Non sento quel senso di appartenenza e libertà che provavo qualche anno fa.... sono invecchiato credo.
La gente è cambiata rispetto a pochi mesi fa, è diventato un posto come gli altri.
Bear versus Checca.
La musica fortunatamente è bellissima, electrohouse gommosa, volume altissimo, come ricordavo, mi vibrano tutti gli organi interni, sento il cuore che vibra tra i polmoni. Non mi resta che chiudere gli occhi e non vedere più niente, cerco solo A., con le mani, so che è contento quando lo faccio. L'abbraccio, sento che lui è felice. In lui c'è amore che basta per entrambi. Ha la barba, da un po, mi punge, mi piace.
Sono stordito ma non sono felice.
VAPORIZE YOUR MIND?
(ci riproviamo venerdì allo 00club)

venerdì 13 aprile 2007

Waterfront II°


...IERI...

E' una magnifica giornata di n sole, mezze maniche fronte sudata, pizza col mio collega, pausa pranzo. Accanto tavoli -gayfriendly, ci sono due persone che conosco, mi chiede conferma, si lo sono! Li conosco! Gente al Jmare in pausa lavoro. Poco vestiti quelli sotto in Ispiaggia, poco vestiti quelli che corrono sul marciapiede. Mi sento leggero Yfelice allungo le gambe sulla ringhiera mi spoglio un po anche io.

... ZENITH Lungomare di Pozzuoli ...

Waterfront I°

Nuovi volti, nuove opportune opportunità, mi volto spudoratamente seguo con sguardo insistente, un bel gioco a distanza di sguardi, riesco persino a fotografarlo ... il lungomare... ormoni in subbuglio
.... Marina Garibaldi Milazzo....

giovedì 12 aprile 2007

coffee & cigarettes


L'avevo immaginato! Perchè mi stupisco tanto?
Appena sono arrivato si è avvicinato alla porta dell'auto, ha iniziato un discorso, così...(prima di ogni forma di saluto), evidentemente preparato, ma mal riuscito! L'ho fermato subito, sapevo già cosa tentava di dirmi.
Sono entrato in casa, di nuovo odore di fumo e caffè!
Erano spariti da un bel po di anni da quelle mura. Le ho stretto la mano, ho fatto finta di niente ho soffocato le emozioni, spento l'urlo che nasceva da dentro. Sono educato e cordiale... ( vorrei dire: ma chi cazzo sei? da dove salti fuori? che cazzo spieghi dove sono le cose! lo so meglio di te!) vantaggio di essere un 9.
Avrei preferito saperlo prima! N. è uno stupido! Avrebbe dovuto dirmelo al telefono!
E' stato spiazzante trovare una nuova presenza in casa. Si l'avevo supposto, e vero, ma la realtà ha un impatto duro.
La notte ho avuto difficoltà a dormire... al mattino successivo ... sono andato ... lì... ho portato dei fiori come sempre .... facevo rumore volevo che mi sentisse dietro il marmo freddo ... volevo che sapesse che ero di nuovo lì!... mentre mi chinavo a raccogliere un oggetto da terra ho immaginato una mano che mi carezzava la testa... avrei pianto a dirotto ... ma non ero solo e non potevo turbare chi mi era vicino. Facevo rumore ed immaginavo come poteva arrivare la mia voce ed i miei delibarati rumori oltre la pietra... sono qui ... di nuovo...
Rientro in casa di nuovo odore di fumo e caffè come se fosse ancora qui... ma non è così... anche lei fuma ... fingo cordialità ... perchè le cose sono andate così?

High[?]way




Campania

La partenza non è avvenuta di buon ora ... anzi come prevedevo siamo partiti con calma, forse troppa, senza corse, senza stress, come piace a me. La strada la conosco bene, l'ho percorsa tante volte, in tutte le stagioni dell'anno. I nuovi tratti un po mi disorientano, mi offrono visuali meno prevedibili. Quando guido mi isolo, tiro fuori i pensieri più disparati. Faccio rivivere emozioni forti che provocano la strizza, come quando passo nei pressi di Cosenza. Una città che non conosco, ma che si è legata a stretto giro con G. A questa città associo il cambiamento radicale delle nostre modalità di interazione.
Pazienza.
Immagino (e mi manca il fiato), episodi ed avvenimenti, a cui ovviamente non ho assistito, ma che ho costruito, con dovizia di particolari, con la mia immaginazione. [divagazioni].
Insomma sono partito!
Il paesaggio! Case ovunque fino a Battipaglia, qui finisce la megalopoli. Il paesaggio cambia. Paesaggio fluviale tra colline siamo oltre, bello, armonia. Poi montagne alte... neve. Campania verde boscosa sembra incredibile ma è così. Ari...montagne, curve, deviazioni, cambi di carreggiata, saliiiii,scendiiiii .... frenaaaa...
Calabria:
campagna ordinata ricca, almeno fino a Cosenza, poi comincia il sud, quello un po più profondo. Caldo. Cuuuurveeee, di nuovo il mare, l'avevo quasi scordato, ma, sapevo che sarebbe riapparso. Ulivi e agrumi, tanti! Paesaggi urbani scorticati, case non finite, scheletri con mattoni forati, Calabria, lo stess0, ma un po più a sud. Ganzirri la vedi da lontano, finalmente! Traliccio altissimo, ma quanto sarà alto?
Sicilia.
punto e a capo, ultima striscia nera con linee bianche, ci siamo quasi, come mi piace sto pezzo pieno di palme.

p.s.: in mezzo ad un certo punto compare la lucania... etc... etc.... insomma se avessi potuto, avrei tirato l'asfalto con le mani sotto le ruote della macchina... ultimamente quando parto non vedo l'ora di tornare. Quando guido (l'ho già detto ... Dio come sono stanco... ) dicevo... penso! Soliti pensieri, niente di nuovo, ma quello che c'è di bello è che tutto mi sembra risolvibile e semplice , ma che ce vò, ... al ritorno... mi sembra di poter sciogliere tutto! Farò quella telefonata, dirò quella cosa, mi libererò di questo e quest'altro, comincerò a fare questo e quello ... ma che ce vò! .... ma al ritorno.... non ora...
(to be continued)

giovedì 5 aprile 2007

OUT OF ORDER



... cul de sac...

mercoledì 4 aprile 2007

illusion

Questo invece è il mio ultimo acquisto inutile ... è fatto da un palpabile designer danese .. il suo tavolino lo è molto meno (palpabile). Quando ho tolto la pellicola protettiva quasi non lo vedevo: un ectoplasma. Forse questo è il suo inutile futile senso. Immagino che col tuo nuovo Apple macbook pro2, TAO, si facciano più cose. Per non inciamparci contro mi sa che conviene anche a me metterci una Mela sopra. Non costa molto ... ma se fossi meno dissipato sarebbe meglio ... visto i tempi. In sintesi sono meno contento di Tao ma diciamo che almeno ho speso solo 140 euro.... rimane ora il problema della Mela!
Illusion has been nominated to the British Industry Awards 2007.

martedì 3 aprile 2007

a piè di pagina

Quando rileggo alcuni miei post vengo sopraffatto da un senso di pudore. Sono una persona molto riservata normalmente che non lascia trasparire molto di quello che gli frulla per la testa, anche se c'è qualcuno che riesce a leggere i miei stati d'animo come un libro aperto, come se non avessi nessun filtro o protezione. Questa deve essere una sua attitudine.
Sono diviso tra l'esternazione/condivisione (parlo del blog) e la riservatezza.
Sembra che lo fai da solo, sei tu solo col pc, ma ovviamente ci sono coloro a cui consenti la lettura/condivisione di quello che scrivi, e quindi sopravviene il desiderio di chiudere di arroccarsi trattenere... ma non voglio farlo per ora corro il "rischio" .... sono qui per questo: condividere, alleggerire, crescere....

lunedì 2 aprile 2007

esplora azione cinque


C'è un punto verso il quale ritorno spesso. Dove hanno origine le motivazioni occulte che mi guidano oggi? Cosa mi hanno detto? Cosa mi hanno fatto? Cosa è accaduto? Come si è costruito il mio "bios"?

Mi ricordo, durante il periodo universitario, mi ritrovavo spesso a studiare in gruppo, faceva parte della natura degli studi della facoltà di architettura, all'epoca affollatissima, arrivavano da quasi tutte le regioni del sud. Ovviamente ci si vedeva a turno a casa di qualcuno. Un pomeriggio ci incotrammo a casa di A., lei era di Manfredonia, ma con lei viveva un gruppo di ragazze calabresi. Sembravano ragazze di altri tempi, non ricordo che facoltà seguissero, grasse, e vestite sempre di nero, erano esperte in lettura della mano tarocchi e tutto quanto ruotava attorno a questi argomenti. A turno, quel pomeriggio, la leader delle "streghe" vaticinò per tutti, al mio turno, il suo sguardo mi raggelò. Mi chiese se ricordavo tutto quello che mi era successo da piccolo lei sentiva la presenza di un evento traumatico terribile che io proprio non riuscivo a ricordare, non volle dirmi niente di più e si ritirò imbarazzata. Con ogni probabilità è una cazzata ma ci penso ancora.

Quando oggi leggo dell'enneagramma, in riferimento alla vita familiare si parla di bambini trascurati, ignorati, messi in ombra, rimproverati attaccati se esprimevano le proprie idee [ H. Palmer]. Anche in questo caso per quanto mi sforzi di ricordare non riconosco nessuna situazione o ricordo che posso ricondurre a situzioni di questo tipo. Ricordo, che contrariamente alla mia indole attuale, ero una vera peste. Avevo acquisito, affacciato al terrazzo di casa, un linguaggio molto "ricco" ed ero in grado, presto, di tirare fuori parole impronunciabili. Spesso venivo stimolato a farlo, perchè qualcuno si divertiva a sentirmi, ricordo l'imbarazzo di mia mamma e ricordo pure la sensazione che sapevo, con coscienza, che si parlava di me, in quel momento ed ascoltavo. Ricordo anche una volta mia madre che parlava col medico di questa cosa... lui era uno di quelli che si divertiva come un matto a provocare le mie reazioni rabbiose di turpiloquio.

Avevo poi l'abitudine di correre dietro alle mie cugine più grandi per toccare i loro genitali, ero come una volpe in un pollaio, in verità dicevo che volevo toccare il loro coso ( non avevo le idee chiare evidentemente ... per me tutti avevano il pene) spesso poi tiravo fuori il mio e lostrimpellavo come se fosse una chitarra mimando, con la voce, il suono della chitarra. Mi beccai una bella irritazione per un numero eccessivo di concerti.
Provocavo, insomma in maniera eccessiva. Prendevo a calci mia nonna. Una peste! A volte mia mamma mi affidava ad una mia cugina più grande e mi raccontò, che osservava incredula, come fossi mansueto quando ero con lei. Poi ad un certo punto sono cambiato completamente. Divenni:
Calmo!
Mia madre era dolcissima, divertente, aveva l'attitudine speciale, che osservavo anche quando accudiva le nipoti, di riuscire a diventare bambina coetanea e compagna di giochi del bambino di turno. Non ho ricordi legati a setimenti di esclusione ,anche se, certi eccessi, con molta banalità, mi viene da dire che forse erano un modo per attirare l'attenzione.
In verità c'è un sentimento più importante che mi accompagna sin dalla nascita, credo. Discorsi che forse sentivo già quando ero in fasce.Mi pare di saperlo da sempre è un ricordo antico, come se qualcuno avesse sentito il bisogno di spiegarmi bene perchè io ero lì. Mi avete definito "saturnino" in effetto c'è un'angoscia di fondo che ad un certo punto prese il sopravvento, legata ad una consapevolezza troppo precoce di un senso di finitudine. Mi hanno detto da sempre che ero lì per sostituire qualcuno che era stato qui prima di me e che troppo presto era andata via. Gurdavo, a volte le foto di questa bambina, era uguale a me, stessi capelli, stessi occhi. Mi chiedevo se lei fosse qui? io sarei nato?Dovevo far compagnia all'altra mia sorella che all'improvviso era rimasta sola. Tutti volevano una femmina. Quando nacqui mia sorella si lamento con mia madre che aveva messo la firma nella colonna sbagliata.