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lunedì 2 aprile 2007

esplora azione cinque


C'è un punto verso il quale ritorno spesso. Dove hanno origine le motivazioni occulte che mi guidano oggi? Cosa mi hanno detto? Cosa mi hanno fatto? Cosa è accaduto? Come si è costruito il mio "bios"?

Mi ricordo, durante il periodo universitario, mi ritrovavo spesso a studiare in gruppo, faceva parte della natura degli studi della facoltà di architettura, all'epoca affollatissima, arrivavano da quasi tutte le regioni del sud. Ovviamente ci si vedeva a turno a casa di qualcuno. Un pomeriggio ci incotrammo a casa di A., lei era di Manfredonia, ma con lei viveva un gruppo di ragazze calabresi. Sembravano ragazze di altri tempi, non ricordo che facoltà seguissero, grasse, e vestite sempre di nero, erano esperte in lettura della mano tarocchi e tutto quanto ruotava attorno a questi argomenti. A turno, quel pomeriggio, la leader delle "streghe" vaticinò per tutti, al mio turno, il suo sguardo mi raggelò. Mi chiese se ricordavo tutto quello che mi era successo da piccolo lei sentiva la presenza di un evento traumatico terribile che io proprio non riuscivo a ricordare, non volle dirmi niente di più e si ritirò imbarazzata. Con ogni probabilità è una cazzata ma ci penso ancora.

Quando oggi leggo dell'enneagramma, in riferimento alla vita familiare si parla di bambini trascurati, ignorati, messi in ombra, rimproverati attaccati se esprimevano le proprie idee [ H. Palmer]. Anche in questo caso per quanto mi sforzi di ricordare non riconosco nessuna situazione o ricordo che posso ricondurre a situzioni di questo tipo. Ricordo, che contrariamente alla mia indole attuale, ero una vera peste. Avevo acquisito, affacciato al terrazzo di casa, un linguaggio molto "ricco" ed ero in grado, presto, di tirare fuori parole impronunciabili. Spesso venivo stimolato a farlo, perchè qualcuno si divertiva a sentirmi, ricordo l'imbarazzo di mia mamma e ricordo pure la sensazione che sapevo, con coscienza, che si parlava di me, in quel momento ed ascoltavo. Ricordo anche una volta mia madre che parlava col medico di questa cosa... lui era uno di quelli che si divertiva come un matto a provocare le mie reazioni rabbiose di turpiloquio.

Avevo poi l'abitudine di correre dietro alle mie cugine più grandi per toccare i loro genitali, ero come una volpe in un pollaio, in verità dicevo che volevo toccare il loro coso ( non avevo le idee chiare evidentemente ... per me tutti avevano il pene) spesso poi tiravo fuori il mio e lostrimpellavo come se fosse una chitarra mimando, con la voce, il suono della chitarra. Mi beccai una bella irritazione per un numero eccessivo di concerti.
Provocavo, insomma in maniera eccessiva. Prendevo a calci mia nonna. Una peste! A volte mia mamma mi affidava ad una mia cugina più grande e mi raccontò, che osservava incredula, come fossi mansueto quando ero con lei. Poi ad un certo punto sono cambiato completamente. Divenni:
Calmo!
Mia madre era dolcissima, divertente, aveva l'attitudine speciale, che osservavo anche quando accudiva le nipoti, di riuscire a diventare bambina coetanea e compagna di giochi del bambino di turno. Non ho ricordi legati a setimenti di esclusione ,anche se, certi eccessi, con molta banalità, mi viene da dire che forse erano un modo per attirare l'attenzione.
In verità c'è un sentimento più importante che mi accompagna sin dalla nascita, credo. Discorsi che forse sentivo già quando ero in fasce.Mi pare di saperlo da sempre è un ricordo antico, come se qualcuno avesse sentito il bisogno di spiegarmi bene perchè io ero lì. Mi avete definito "saturnino" in effetto c'è un'angoscia di fondo che ad un certo punto prese il sopravvento, legata ad una consapevolezza troppo precoce di un senso di finitudine. Mi hanno detto da sempre che ero lì per sostituire qualcuno che era stato qui prima di me e che troppo presto era andata via. Gurdavo, a volte le foto di questa bambina, era uguale a me, stessi capelli, stessi occhi. Mi chiedevo se lei fosse qui? io sarei nato?Dovevo far compagnia all'altra mia sorella che all'improvviso era rimasta sola. Tutti volevano una femmina. Quando nacqui mia sorella si lamento con mia madre che aveva messo la firma nella colonna sbagliata.

7 commenti:

Fabrizio ha detto...

Leggendo ciò che scrivi mi arriva una desolazione, un senso di gelo e freddo.
C'è una solitudine dell'anima che è molto più cupa della solitudine dei corpi.
Standoti accanto però non ho mai provato questo gelo.
Faccio fatica a interloquire coi tuoi post, mi limito a leggerli e a prendere questi pezzetti di te che regali.

PS e non ti riconosci nel 9 Enneagrammatico???

Fabrizio ha detto...

Spenta l'identità
si può essere vivi
nella neutralità
della pigna svuotata dei pinoli
e ignara che l'attende il forno.
Attenderà forse giorno dopo giorno
senza sapere di essere se stessa.

(Eugenio Montale - Quaderno di quattro anni)

xerxes ha detto...

sostanzialmente mi riconosco, non totalmente, è ovvio.
Presto scriverò di questo.
Soprattutto non ritrovo quelli che potrei definire antefatti.... probabili cause... forse è solo cecità.

Fabrizio ha detto...

o forse serve a poco....

MaxQ ha detto...

Sono senza parole. Mi serve un pò di tempo per risponderti.
I percorsi e le reazioni. io ero un bambino remissivo, buono, un angelo. I miei tre fratelli maggiori mi avevano vietato di pronunciare qualsiasi parolaccia. Non potevo difendermi, differenza di età. di forza. Una gerarchia militare, casa mia. Poi, al contrario di te, è scoppiato l'incendio. E' sparito quel bambino remissivo ed è uscito fuori un uomo aggressivo, arrogante, pronto alla guerra in tre minuti. Ma queste cose le ho scritte solo per complemento.

Il tuo post mi ha gelato, alla fine.
PS: forse siamo in tanti, a sapere di essere arrivati per caso.
Nonostante, magari, nessuno ce lo abbia mai detto esplicitamente.

PS: fino a dieci anni, non smettendo di rimproverarmi di esistere, mi nascondevo in una delle cantine e mi facevo dei tagli nelle braccia, di nascosto.

Non provavo piacere, ma pensavo di meritarmi queste cose...

La quota degli architetti a me congeniali è ritornata a due, va...
:)
Abbraccio forte

MaxQ ha detto...

PS: grande regista, tu.
Nella prima parte ho riso, le ragazze grasse...
Alla fine hai sferrato un colpo inaspettato.
Spero di avere, un giorno, la possibilità di mostrarti il mio cortometraggio sulla sanità mentale.
Ho seguito la tua stessa logica e strategia, nel realizzarlo.
Dopo sorrisi e risate, alla fine, arriva un ougno allo stomaco..

Ri-abbraccio, dal siciliano inquieto

xerxes ha detto...

maxxi quel corto che hai già descritto in un tuo post in qualche modo l'ho immaginato mentre ne leggevo lo guarderei comunque molto voletieri, deve essere un lavoro speciale molto intenso... mi dispiace per il trasferimento, fallito, di quel tuo mp3 l'altra sera ... magari poi ci riproviamo.